Noeud de la Rayette

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Una specie di terno a lotto..ecco che cosa era stà gita ancor prima di mettere piede in Valpelline.Esposizione sud e quota neve sconosciuta,grande compagnia (in 12!) con variegate opinioni sulla bontà della gita che saranno smentite appena gli sci accarezzeranno il bel manto trasformato a biliardo del ghiacciaio di Chardoney con ulullati al seguito..
La partenza è quella solita della stagione ,sveglia alle 2,45 e dopo la raccolta dei compagni ci si becca con il gruppo del Chicco in autostrada e con ultima sosta appena prima della Valpelline a raccattare un’inatteso(?) Furbo.
La partenza da Ruz è già piena di perplessità..neve non se ne vede,c’è chi propone altre mete,ci sono i soliti che dicono “ma perchè siam venuti qui” ecc..
Spalliamo gli sci e come un branco di pecore senza pastore risaliamo la poderale per poi tagliare in ordine sparso i ripidi pendii sotto i paravalanghe del rifugio Crete Seche.Il malumore aumenta, la neve non si vede,a questo si aggiunge anche la perdita di due componenti della spedizione,Matteo e il suo amico..mhà..
Intanto guadagniamo il sentiero poco sotto il rifugio,traversiamo al bivio a destra e lungamente ci portiamo nei pressi della Comba Vert de Tzan con vista sull’ alpeggio Berrier che avremmo potuto raggiungere comodamente dalla mulattiera.
Finalmente calziamo gli sci e il morale della truppa si rialza, la neve è straordinariamente dura e una bella brezza fresca mantiene la temperatura ideale per la salita.
Prima del salto del ghiacciaio la truppa si ricompatta per poi sgranarsi sul pendio ripido che impone i rampanti ai più.Un indomito e appiedato Grigna continua la sua salita,un meno indomito e non appiedato Catena insiste a portare lo zaino in modo sconvolgente!
Il Kikko ingurgitato una pastiglione di nimesulide riparte a denti stretti.
Dopo un pò perdo di vista la truppa, ai piedi del canalino tolgo gli sci pochi metri per poi rimetterli sull’ampia dorsale che precede il panettone della vetta.
La vista è magnifica e il Combin salito l’anno scorso si mostra da qui in tutta la sua possenza mentre di fianco la cresta della Rayette prosegue fino a incontrare la ben più famosa Bec d’Epicoun.
Un vento teso e fastidioso mi consente pochi scatti, mi cambio e mi preparo a scendere,non voglio far attendere Sabina che si è fermata in basso.Guardo verso il Vallese dove il mio amico Sandro è impegnato a salire in giornata il Bishorn e dove altri saliranno il Rimpfischorn.
Incrocio i compagni che salgono oramai certi di arrivare sopra.
La neve è stupenda e si è mantenuta dura e scendo senza sosta fino a Marco che ha “accudito” la mia Sabina per buona parte del percorso.
Scendiamo insieme fin sotto il salto del ghiacciaio ad attendere gli altri.
Arriva il Marzio a canna..poi tutti gli altri come un branco di lupi ululanti.
Certo le facce e l’umore non sono quelle della partenza! ognuno esprime il proprio apprezzamento per la bella gita, si ride ,si scherza, 500 metri dispalle sono già un ricordo passato.
Svacco all’alpeggio Berrie per il ricongiungimento della truppa con sgambata finale fino a Ruz dove i due profughi del mattino hanno salito il Mont Gelè..dopo tutto non gli è andata così male, hanno addirittura evitato di vedere tutto il giorno il Grigna!!


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