Doldenhorn, la Svizzera che ti aspetti.
Certamente un angolo dell’amata/odiata Suisse che merita ampiamente di essere rivisitato..E, per l’occasione l’amico Fabrizio ritorna in posti a lui ben noti.
Infatti sin dall’inizio del viaggio nella valle snocciola la storia della immensa e preistorica frana che invade la valle e crea il lago di Oeschinen.
Un’evoluzione che pensiamo mai possa toccare anche a queste possenti montagne, ma , piano piano anche loro si sbriciolano.
La nostra cresta Gallet sembra in buone condizioni , sicuramente meglio delle mie ferme a due mesi di inattività.Raggiunto il Rifugio accompagnati dall’ombra pomeridiana attraverso un paesaggio incantevole eccoci qui con due birrozze in mano a scrutare le montagne circostanti e godere fino all’ultimo raggio di sole.
La notte è uguale a tutte quelle passate in questi rifugi: insonne.Per mia fortuna anche il mio socio non hà dormito, spero così che mi tratti con benevolenza e mi consenta di fare qualche foto!
Fà caldo, molto caldo quando iniziamo il mattino presto a percorrere la cengia che attacca la cresta.Saliamo tranquilli per pendii di neve sufficentemente ripidi da consentire qualche pausa fotografica; ora iniziano i tratti su roccia non proprio fantastica.Canapi e catene si susseguono per scardinare i passaggi più duri.Per fortuna ci sono perchè con queste condizioni (molto verglas) sarebbe stata dura passare in sicurezza.
Ora un bel canapone su un tiro verticale, anzi leggermente strapiombante; Fabrizio sale prudentemente, poi quando tocca a me m rendo conto che anche il canapone è verglassato, la roccia è marcia e ricoperta di verglas.A stò punto mi viene da chiedermi come cavolo avranno fatto i nostri nonni a salire da qui, visto che la roccia ti resta in mano..
I tratti su roccia impongono di fare sicura , quindi grazie a Dio posso rifiatare perchè il Doberman legato all’altro capo della corda lo tengo io e non può correre!Proprio come mi diceva Fabrizio, il panorama da qui sopra è stupendo con il lago sotto di noi a picco e una visuale a 360 gradi delle alpi notevole.
Tutto qui, dal fondovale alla cima è una cartolina rappresentativa della Svizzera che tutti conoscono, nulla di quello che vediamo e delle persone che incontriamo smentiscono questa sensazione. Fabrizio si dimostra il solito compagno ideale sopratutto sempre innamorato della natura con lo stupore di un bambino in viso.
E io sono contento di aver condiviso con lui questa ulteriore esperienza.
Ora vado a casa e finalmente mangio!
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