Cop di Breguzzo

image_pdfimage_print

Affascinato da questa valle selvaggia e poco frequentata dagli scialpinisti, avevo addocchiato alcune gite in precedenti occasioni, salendo per esempio al Craper Vag oppure alle cime di Danerba.E la conca dei Cop mi ha sempre attirato molto.L’accesso non facile e la lunghezza degli itinerari dal fondovalle ne fanno gite per “appassionati”.
Così parto solo soletto, abbandonato dai soliti amici che, si sà,per raggiungere i propri obbiettivi venderebbero la loro mamma..ognuno oggi ha le sue fisse, io il Cop di Breguzzo..
Un’alba spettacolare fà da preludio a una giornata altrettanto bella.
Ma sarà così solo a metà; una copertura nuvolosa alta ristagnerà fino a mezzogiorno in cielo non favorendo quel remollo del manto nevoso che pensavo..
Passo dal Trivena praticamente deserto, punto al Redont e salgo il canalino oramai un pò secco..fuori dal canale metto gli sci e pure i rampanti perchè cadere qui vuol dire finire in fondo al Redont,I pendii sono molto ripidi e una traccia intelligente fà risparmiare fatica, peccato che quella esistente sia completamente gelata e inutilizzabile, la presa sulle pelli è al limite e diventa faticoso procedere.
Puntando a un caratteristico affioramento roccioso lo si lascia alla propria destra seguendo vallette e dossi fino a quota 2600 mt, quando, Lui si fà vedere..sembra lì a due passi ma è lunga.
Intanto scorgo lontani due scialpinisti che mi stanno tallonando..ma chi saranno mai quei due disperati?
Faccio le  ultime svolte serrate fino all’intaglio della cresta al deposito sci.
Qui aspetto i due inseguitori ( due ragazzi di Gavardo..) e saliamo la cresta ben pedonata e mai difficile, anche se molto esposta in alcuni punti, fino in vetta.
Devo dire che la prospettiva che si hà da questo punto è davvero unica! E il gruppo dell’Adamello l’hò ben girato..eppure lo scenario che si gode da qui è davvero unico.
Dopo il solito “conta le cime che cima è quella…” decidiamo di scendere dal percorso solitamente usato in salita per il Cop di Casa cioè la sella del Pastor.
Quindi attraversiamo a lungo i pendii sotto il Cop de Mez su neve variabile tra crosta portante e tratti di trasformata fino alla parte intermedia su pendii splendidamente trasformati.
Una sciata favolosa!
Giù al Redont e poi passando dalle Taiade al Trivena.Pausa birra per i due di Gavardo, io non hò tempo e mi fiondo a valle al Pont d’Arnò.
Giusto in tempo per complicarmi la vita con le chiavi del mio furgone che decidono (loro da sole..) di chiudersi all’interno lasciandomi fuori come un pirla.
In quel momento se avevo il GENIO che hà progettato la chiusura automatica con le chiavi dentro lo avrei ammazzato…
Filo di ferro e tanta pazienza..sono tornato a casa recuperando le chiavi senza dover scassinare la porta.
Lo sapevo io che dovevo fare un’altro mestiere!

 

0 commenti

Lascia un Commento

Vuoi partecipare alla discussione?
Sentitevi liberi di contribuire!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *